Incontro sulla salute mentale a Milano
Ieri, presso l’Auditorium della Chiesa di Scientology di Milano, in compagnia della dottoressa Catterina Verona, Fondatrice di Astraresi e autrice del libro “Che cosa non è la malattia mentale” e di Donato Salvia, fondatore della campagna d’informazione sull’abuso di dispositivi elettronici “Fuori dagli Schermi è tutto un altro mondo”, davanti a una platea interessata e attenta, si è parlato di salute mentale con accento su due temi attuali: il rispetto dei diritti umani in psichiatria, oggetto di una recente ordinanza della Corte di Cassazione, e il crescente uso di dispositivi elettronici in età scolare e adolescenziale.
L’incontro è stato organizzato nell’ambito delle iniziative dedicate alla giornata della salute mentale dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, un’organizzazione di volontariato a vigilanza e difesa dei diritti umani nel campo della salute mentale, e ha rappresentato l’occasione per confrontare senza pregiudizi la situazione italiana con le raccomandazioni delle autorità internazionali e con i risultati di una recente ricerca scientifica svedese.
L’immagine del Belpaese, a dispetto della narrativa prevalente che dipinge la salute mentale italiana come un faro per tutti gli altri paesi, ne è uscita un po’ malconcia; secondo Catterina Verona, che ha vissuto e studiato in diversi paesi europei, addirittura la più violenta d’Europa.
La dottoressa Verona, specializzata in epistemologia, ha criticato la psichiatria organicista, che confonde la mente col cervello e pretende di modificare pensiero e comportamento umano per mezzo di farmaci, ed ha auspicato, come già fece Franco Basaglia, una netta separazione tra emozioni e medicina.
Donato Salvia è un autore, ma anche un nonno attento. Durante la pandemia ha avuto modo di notare un fenomeno che si manifesta quando l’attenzione rimane troppo a lungo fissata su uno schermo. Salvia ha citato uno studio norvegese della Dottoressa Sara Abrahamsson secondo il quale la regolamentazione dei cellulari all’interno di 400 scuole medie del suo paese è risultata in diminuzione dell’uso dello sportello piscologico del 60%, diminuzione di atti di bullismo del 30% e miglioramento dei risultati didattici. Il problema non consisterebbe nel digitale per sé, ma proprio in una prolungata esposizione a una comunicazione monodirezionale che produrrebbe un effetto quasi ipnotico, causando in qualche caso un’erronea diagnosi psichiatrica, quando invece sarebbe sufficiente ridurre l’uso di schermi.
L’incontro si è chiuso con l’auspicio che le raccomandazioni ONU sulla salute mentale trovino presto applicazione in Italia, implementando quello spostamento dal paradigma farmacologico verso un approccio basato sulla persona e sul rispetto dei diritti umani per realizzare, dopo 50 anni, il sogno di Basaglia.